EMILIANO YURI PAOLINI
Abitaz.: 00159 - Roma
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E-Mail: emilianopln@yahoo.it
Website 1: www.emilianoyuripaolini.onweb.it
Website 2: www.enciclopediadarte.eu
Website 3: www.unsorrisodallafrica.com
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Biografia
Tracciare un profilo sintetico dell’attività artistica di Emiliano Yuri Paolini non è facile; nonostante la sua giovane età, infatti, l’artista ha già avuto modo di confrontarsi con vari linguaggi artistici spaziando con padronanza e disinvoltura dal figurativo all’informale, dal concettuale alla popular art. Inoltre è difficile individuare una sua precisa cifra stilistica oppure una sua ben delineata poetica. Anzi a chi getti su di essa uno sguardo d’assieme la sua opera si presenta in prima battuta come qualcosa di vario ed eterogeneo. Tuttavia non ci troviamo di fronte ad un caso di eclettismo. Infatti ad un esame più approfondito è possibile individuare quello che è un vero e proprio filo rosso che percorre unendole tutte le sue varie espressioni artistiche. Paolini, infatti, fin dagli esordi (la sua prima personale risale al 1997) porta avanti con un certo rigore una articolata ricerca filosofica intorno al senso e al non senso dell’arte oggi; ricerca che lo ha spinto ad interrogarsi dall’interno (cioè in maniera né didascalica, né ideologica) sui limiti della rappresentazione non solo artistica. Questo perché Paolini sente la rappresentazione come un limite, che nelle sue opere cerca di forzare per riuscire a dare espressione a quello che evocativamente chiama l’oltre-altro. Tuttavia ciò non fa di lui un mistico; anzi i suoi tentativi più riusciti sono sempre accompagnati da una cospicua dose di ironia. Quando, poi, parliamo della ricerca da lui condotta in termini di ricerca filosofica non vogliamo alludere a una sua presunta visione del mondo che in seguito l’artista tradurrebbe in immagine. Infatti abbiamo fatto riferimento ad una componente, sì, riflessiva, ma interna alla sua opera, cioè tale da animarla dall’interno. Insomma, Paolini non fa filosofia per immagini; tuttavia la sua opera dà da pensare.
Ma se tutto questo è in gioco, allora si comprende come la sua opera debba essere oggetto di una considerazione critica che ecceda i limiti della tradizionale critica d’arte per aprirsi ad una interrogazione (resa possibile dall’opera stessa) sempre più radicale sul senso della nostra esperienza in genere anche la più comune. In altri termini l’opera di Paolini esige che si passi dal piano del singolo giudizio di gusto al piano di quello che Kant chiamava il principio del giudizio di gusto. Le sue opere non si limitano ad esibire esemplarmente quelle che sono le condizioni di possibilità della nostra esperienza in genere, ma ad un tempo mettono in questione queste stesse condizioni aprendo un campo di tensione dove le nostre categorie di pensiero spesso invecchiate possano rinnovarsi e scoprire potenzialità che non sospettavamo neanche.
Stefano Valente
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